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Come sappiamo, nella versione originaria del Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34 (c.d. Decreto Rilancio) è stata previsto il bonus 110% solo per le spese sostenute dall'1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021.
Le difficoltà operative dovute ad una normativa che si è completata solo 139 giorni dopo la pubblicazione del D.L. n. 34/2020 e i tanti dubbi degli operatori del settore, hanno portato a diverse modifiche del testo della norma. Modifiche arrivate prima con il Decreto-Legge 14 agosto 2020, n. 104 (c.d. Decreto Agosto) convertito con modificazioni dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, e poi con la Legge 30 dicembre 2020, n. 178 (c.d. Legge di Bilancio 2021).
Soprattutto la Legge di Bilancio 2021 ha previsto le modifiche più importanti, compresa la tanto richiesta proroga. Proroga, però, che sconta due problemi di fondo:
Ed è soprattutto questa che non ha mai lasciato tranquilli gli operatori del settore. L'art. 1, comma 74 della Legge di Bilancio 2021 ha previsto (come sottolineato anche dall'Agenzia delle Entrate in tutte le sue risposte aggiornate alla Legge n. 178/2020) che le proroghe avrebbero dovuto ricevere il via libera da parte del Consiglio dell’Unione europea. Via libera che non è mai arrivato.
Non è un mistero che il superbonus sia una di quelle misure fortemente volute dal Governo Conte e dalla compagine dei 5 Stelle. Come non è un mistero che al suo insediamento il nuovo Presidente del Consiglio Mario Draghi ha subito fatto un distinguo molto vago tra debito buono e cattivo. Non lasciando tranquilli nessuno.
Proprio per questo motivo, la presenza della proroga al 2023 all'interno delle schede tecniche del Recovery Plan, pur non rappresentando ancora nulla di concreto, apre a nuovi scenari in cui il superbonus potrà rappresentare un vero e proprio protagonista della crescita energetica ed economica del Paese. Soprattutto alla luce di una normativa che nel frattempo si è consolidata e ha risolto i tanti dubbi interpretativi.